
Ancora “fresca” del successo ottenuto durante la scorsa stagione espositiva con Disegnare la Città https://www.meer.com/it/67572-leterno-incanto-del-liberty-torinese; la Pinacoteca Albertina di Torino inaugura una nuova mostra, idealmente legata alla precedente.
Là dove l’esposizione del 2021/22, volgeva lo sguardo al periodo Liberty della capitale sabauda, l’attuale allestimento fa un passo indietro dal punto di vista cronologico, occupandosi dei Neoclassicismi torinesi, dal Settecento al giovane Antonelli.
A pochi giorni dall’inaugurazione, ha già richiamato un folto pubblico curioso ed ansioso di scoprire materiale poco noto; pronto ad intraprendere uno dei consueti viaggi di scoperta proposti dall’Albertina.
Si parte con il taccuino romano (interamente digitalizzato e consultabile a video, ad inizio mostra. Passaggio, assolutamente, consigliato!) di Laurent Pécheux. I suoi Regolamenti per l’Accademia Albertina di Belle Arti del 1778 sono veri e propri apripista di quel classicismo di fine Settecento, riscontrabile, in città, nelle opere dei fratelli Collino e nel progetto per la Biblioteca Nazionale, oggi custodito dall’Accademia.
Colpiscono ancora una volta gli allestimenti e le illuminazioni dei lavori presenti in mostra che consentono una fruizione ottimale da parte del visitatore, in completa armonia con la collezione permanente della Pinacoteca e le celeberrime sale dei Cartoni Gaudenziani.
É il caso delle incisioni delle antichità classiche ad opera del piemontese Luigi Canina e dei materiali relativi ai cantieri di quegli architetti che furono vicini all’Accademia negli anni della Restaurazione: pensiamo alla Chiesa della Gran Madre di Ferdinando Bonsignore ed alla Rotonda di Giuseppe Maria Talucchi.
Per poi arrivare ad un allievo di Talucchi: Alessandro Antonelli, vera star di questa esibizione con i suoi progetti relativi alla realizzazione della nuova Cattedrale di Piazza Castello (Duomo che avrebbe dovuto sorgere al centro della piazza, davanti a Palazzo Reale); idee che – insieme ad altre maturate durante il suo pensionato romano – gli aprono le porte dell’insegnamento in Accademia Albertina.
Il percorso prosegue con le superbe vedute torinesi di Luigi Vacca (vedi foto), piccola serie dipinta tra il 1818 e il 1822 da uno dei maggiori artisti del neoclassicismo accademico. Le vedute, sono custodite presso l’Archivio Storico della Città di Torino in comodato dalla Fondazione Compagnia di San Paolo.
Inoltre, come per la scorsa esibizione Neoclassicismi torinesi, dal Settecento al giovane Antonelli si avvale di un meraviglioso allestimento multimediale, a corollario dei gioielli presenti, realizzato con la collaborazione del Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione della RAI e dell’associazione culturale Le Vie del Tempo, i cui componenti hanno animato le sale dell’Albertina durante gli svariati tour speciali, presto in (ri)partenza.
Il catalogo è opera d’arte a sé ed edito da Gli Ori ed Albertina Press. Disponibile in mostra e curato nei minimi dettagli, è un apparato di ampio respiro che tocca tutti i poli e gli aspetti trattati, con saggi di: Enrico Zanellati, Barbara Stabielli, Antonio Musiari, Rosalba Stura, Francesco Poli, Francesca Bocasso, Elena Gianasso e Carlo Ostorero.
Doveroso, tuttavia, non svelare altri dettagli e lasciare al visitatore il fascino della scoperta delle molteplici sorprese che lo attendono in Albertina: il polo museale torinese che, osiamo dire, meglio di tutti riesce a far dialogare passato, presente e futuro.
NEOCLASSICISMI A TORINO – Dal Settecento al giovane Antonelli – (NEOCLASSICISMS IN TURIN – From the 18th century to the young Antonelli)
Still ‘fresh’ from the success achieved during the last exhibition season with Disegnare la Città (Drawing the City), the Pinacoteca Albertina in Turin inaugurates a new exhibition, ideally linked to the previous effort.
Where the 2021/22 exhibition looked at the Savoy capital’s Art Nouveau period, the current display takes a step backwards chronologically, dealing with Turin’s Neoclassicism, from the 18th century to the young Antonelli architect.
Only a few days after its opening, it has already attracted a large audience curious and eager to discover little-known material; ready to embark on one of the usual voyages of discovery offered by the Albertina.
It starts with the Roman notebook (fully digitised and viewable on screen, at the beginning of the exhibition. A step which is highly recommended!) by Laurent Pécheux. His 1778 Regolamenti per l’Accademia Albertina di Belle Arti (Regulations for the Albertina Academy of Fine Arts) are true forerunners of the late 18th-century classicism found in the city in the works of the Collino brothers and in the project for the National Library, now housed in the Academy.
Once again, the layouts and lighting of the works in the exhibition are striking, allowing the visitor to enjoy them to the full, in complete harmony with the permanent collection of the Pinacoteca and the famous rooms of the Cartoni Gaudenziani (Gaudenzian Cartoons).
This is the case of the engravings of classical antiquities by the Piedmontese artist Luigi Canina and the materials relating to the building sites of those architects who were close to the Academy during the Restoration years: think of the Gran Madre Church by Ferdinando Bonsignore and the Rotunda by Giuseppe Maria Talucchi.
A pupil of Talucchi himself, Alessandro Antonelli is the real star of this exhibition with his plans for the construction of the new Cathedral in Piazza Castello (a cathedral that was to have been built in the centre of the square, in front of the Royal Palace); ideas that – together with others matured during his retirement in Rome – opened the doors to teaching at the Accademia Albertina.
The tour continues with Luigi Vacca‘s superb views of Turin (see picture), a small series painted between 1818 and 1822 by one of the greatest artists of academic neoclassicism. The views are kept in the Historical Archive of the City of Turin on loan from the Compagnia di San Paolo Foundation.
Furthermore, as for the last exhibition Neoclassicismi torinesi, dal Settecento al giovane Antonelli makes use of a marvellous multimedia set-up, as a corollary to the jewels on display, realised with the collaboration of the Centro Ricerche, Innovazione Tecnologica e Sperimentazione della RAI (RAI Research, Technological Innovation and Experimentation Centre) and the cultural association Le Vie del Tempo, whose members have animated the rooms of the Albertina during the various special tours, soon to be (re)launched.
The catalogue is a work of art in itself and published by Gli Ori and Albertina Press. Available at the exhibition and edited down to the smallest detail, it is a wide-ranging apparatus that touches on all the poles and aspects covered, with essays by: Enrico Zanellati, Barbara Stabielli, Antonio Musiari, Rosalba Stura, Francesco Poli, Francesca Bocasso, Elena Gianasso and Carlo Ostorero.
It is, however, a duty not to reveal everything and to leave the visitor with the fascination of discovering the many surprises that await him in Albertina: the Turin museum pole that, dare we say it, best of all succeeds in bringing together past, present and future.
Emanuela Borgatta Dunnett
