‘Gabriele d’Annunzio e gli amici del Cenacolo michettiano’ di Franco Di Tizio

Gabriele d’Annunzio e gli amici del Cenacolo michettiano

Dedicarsi ad una conoscenza più approfondita dell’opera e della vita di Gabriele d’Annunzio vuol dire rapportarsi, obbligatoriamente, con la vastità bibliografica messa a disposizione dal Professor Franco di Tizio. Originario di Francavilla al Mare, si occupa di d’Annunzio dagli anni Settanta, con una predilezione per la pubblicazione di carteggi completi, atti a rivelare la vera essenza del Vate.

Di recente pubblicazione ‘Gabriele d’Annunzio e gli amici del Cenacolo michettiano’ (Ianieri Edizioni, 2021), volume che rappresenta la chiusura di un cerchio, poiché interamente dedicato ai personaggi che hanno ruotato attorno al celeberrimo Cenacolo, fulcro di altre opere firmate da Di Tizio, il quale si è lungamente occupato del periodo francavillese di d’Annunzio e dei rapporti intercorsi con Michetti, del quale ha – altresì – pubblicato una biografia definitiva nel 2006.

Il Cenacolo fu, in origine, convento di ordine francescano e passò a Francesco Paolo Michetti negli anni Ottanta del 1800, il quale lo trasformò in un centro culturale, in cui letterati ed intellettuali potevano condividere il proprio percorso personale ed artistico. Di Tizio sottolinea i rapporti che intercorsero fra i vari personaggi di prestigio che lo frequentarono oltre a d’Annunzio.

All’epoca, Michetti era già noto e proprietario di uno studio sul litorale. Proprio per questo l’allora sindaco gli concesse un luogo ancor più consono in cui lavorare e creare altri tipi di attività educative ed artigianali. Progetti che non andarono mai realmente in porto, ma la mossa si rivelò efficace per far conoscere la regione abruzzese a livello internazionale, grazie alle personalità di alto livello che frequentavano il Cenacolo.

Il Vate ne fu indefesso promotore, citandolo anche nel ‘Libro Segreto’ e, per circa un quindicennio, ne fu ospite abituale e vi scrisse Il piacere (1889), L’innocente (1891) ed Il trionfo della morte (1894). Il sodalizio con Michetti durò fino alla morte del pittore, avvenuta nel 1929 che il Vate commentò definendolo: ‘la metà dell’anima mia’.

Ringrazio infinitamente il Prof. Di Tizio per la nostra piacevolissima chiacchierata dannunziana, nonché la Ianieri Edizioni per la disponibilità e l’imprescindibile presenza nel panorama degli studi dannunziani.

Emanuela Borgatta Dunnett