Carlo Crivelli | Le relazioni meravigliose

Un progetto unico nel suo genere, dedicato a Carlo Crivelli (Venezia, 1430 – 1435 circa – Ascoli Piceno?, 1495) accompagna il pubblico in diverse tappe, alla scoperta di un genio rinascimentale, all’interno di una delle terre più ricche d’arte nel mondo.

Un viaggio che parte da Macerata, all’interno di Palazzo Buonaccorsi e prosegue in 8 comuni della Regione, alla scoperta di opere e connessioni d’artista.

Non a caso, il progetto curato da Francesca Coltrinari e Giuliana Pascucci ha per titolo: Le relazioni meravigliose, poiché di meraviglia si tratta, specialmente quando si pensa al sublime restauro della Madonna con il Bambino di Crivelli, custodita a Palazzo Buonaccorsi e presentata, oggi, per la prima volta nel suo integro splendore.

La mostra diffusa, in corso, ha dato modo di approfondirne la genesi con le curatrici, nel tentativo di svelare parte del mistero che da secoli accompagna la figura di Crivelli, la cui influenza è palpabile in svariati movimenti pittorici.

Il percorso diffuso, dedicato a Carlo Crivelli, parte da Palazzo Buonaccorsi a Macerata e dona il giusto rilievo ad un artista che trova, finalmente, la meritata ribalta. Qual è stata la genesi del progetto?

GP: Il progetto è nato dalla volontà di offrire, accanto al tradizionale itinerario che tocca le città che ancora oggi ospitano le preziose opere di Carlo Crivelli (Ascoli Piceno, Massa Fermana, Montefiore dell’Aso, Monte San Martino, Corridonia, Macerata e Ancona), la possibilità di scoprire nell’entroterra maceratese il proliferare della pittura veneta sia prima che dopo l’avvento dell’arte di Carlo. Lo testimoniano i polittici di Paolo Veneziano e di Vittore Crivelli nella Pinacoteca Civica Tacchi Venturi di San Severino Marche, quelli presenti a Sarnano nella Pinacoteca e nella chiesa di Belforte del Chienti dove sull’altare maggiore è possibile ammirare l’opera di Giovani Boccati. A Corridonia nella preziosa Pinacoteca Parrocchiale si possono apprezzare sia i frammenti del polittico dei Vivarini sia il trittico di Lorenzo d’Alessandro che si rifà alla pittura crivellesca così come nel maestoso polittico di Serrapetrona.

L’esposizione ruota attorno al restauro della Madonna con il Bambino (unico esempio di lavoro su tela del Crivelli). Ci delineate le fasi salienti (e le scoperte) dell’operazione?

GP: La mostra, nata dalla volontà di promuovere e valorizzare la Madonna di Macerata, ha visto in primis le analisi diagnostiche della sua superficie pittorica e di conseguenza il restauro che ha portato alla straordinaria scoperta di trovarci di fronte al primo esempio noto di pittura su tela eseguita da Carlo Crivelli.  A partire dal suo sfoderamento si sono rilevate: la presenza di una sottilissima preparazione posta su tela, una cucitura e la tipica craquelé (crettatura) da supporto tessile. Tali accertamenti, accompagnati da un’attenta rilettura delle notizie storiche (che sin dal 1895 parlavano di una tela frammentaria restaurata e rifoderata nel 1914 da Bacci Venuti e consideravano anche l’ipotesi già avanzata da Pietro Zampetti di una sua probabile esecuzione su tela) hanno indotto a convalidare la scoperta.

Crivelli è presente con un importante corpus alla National Gallery di Londra. Quali influenze ha avuto sull’epoca vittoriana in generale ed i Preraffaelliti, in particolare?

GP: L’arte tardogotica di Crivelli declinata in chiave rinascimentale è uno degli aspetti che più coinvolgono gli artisti preraffaelliti. I colori chiari, la purezza della forma, la ricerca del particolare, la simbologia, la bellezza nonché il suo segno aspro sono per i preraffaelliti motivo di emulazione.

FC: Gli artisti preraffaelliti rimasero affascinati dalla pittura di Crivelli, dall’uso della linea che crea le forme con un disegno elaborato e sinuoso, dall’impiego dell’oro dispiegato con un virtuosismo senza pari, dalla creazione di figure femminili eteree, bionde, eleganti e aristocratiche. Sono gli stessi valori che venivano apprezzati nell’arte di Sandro Botticelli e infatti Crivelli raggiunse fra otto e novecento le stesse quotazioni di Botticelli.

“Perfezione” e “mistero” sono due vocaboli ricorrenti quando si parla di Crivelli. Quali aspetti sperate colgano i visitatori, a proposito di un’arte così fortemente simbolica?

GP: La perfezione dell’esecuzione e il mistero della narrazione che rimandano a continue relazioni.

FC: la perfezione artistica è un dato che emerge con molta chiarezza visitando la mostra sia perché è possibile osservare da vicino le opere – e il numero ridotto dei dipinti in mostra aiuta in questa immersione lenta nell’universo del maestro –  sia perché un video in mostra spiega attraverso le immagini dei restauri di tre dei dipinti esposti – Pietà dei Musei Vaticani, Madonna di Macerata e Madonna di Bergamo – la tecnica di Crivelli, dalla preparazione del supporto, alla esecuzione del disegno, alle dorature, fino alla stesura del colore. Il mistero è in parte racchiuso nei tanti oggetti dai valori simbolici che popolano le immagini di Crivelli, potenziandone il significato (tutti ben illustrati negli apparati didattici). In parte è nella magia di un’arte che forse non potremo comprendere mai fino in fondo, ma che riesce ad affascinare ancora oggi chi guarda. Come tutti i grandi, Crivelli infatti è nel suo tempo, è giusto contestualizzarlo, ma arriva potente anche oggi.

La Regione Marche e Palazzo Buonaccorsi hanno in programma altri progetti futuri, a lui dedicati? (Mi farebbe, altresì, piacere accennaste ai progetti futuri anche su più larga scala).

GP: La regione Marche è stata una delle prime istituzioni a far proprio il concetto del museo diffuso tramite la creazione dei cosiddetti itinerari crivelleschi inaugurati nel 1995 in occasione del cinquantenario dalla sua morte. L’anno scorso ha organizzato un rilevante convegno riunendo i più importanti studiosi del settore per riflettere sulle tecniche e sulla materia crivellesca.

Dietro un nutrito corpus di analisi diagnostiche, quest’anno ha autorizzato i restauri del polittico del Duomo di Ascoli e della Madonna di Macerata, ha disposto che a breve inizieranno i lavori sul polittico di Montefiore dell’Aso e sulla tavola raffigurante la Madonna del Latte di Corridonia. Tali occasioni porteranno sicuramente all’organizzazione di nuovi eventi.  Questa mostra non ha certo l’ambizione di giungere a delle conclusioni ma di aprire nuove strade di promozione e valorizzazione. 

FC: Per chiudere degnamente il progetto, nato come mostra di ricerca, l’università di Macerata, insieme alla Regione Marche, sta organizzando un convegno internazionale di studi che si terrà a Macerata il 2 e 3 febbraio 2023, indirizzato agli specialisti, ma aperto anche al pubblico, prima di tutti agli studenti de ai giovani ricercatori. Saranno chiamati i maggiori studiosi di Crivelli da musei come i Musei Vaticani, la National Gallery di Londra, la Pinacoteca di Brera a Milano, e da atenei europei e americani a confrontarsi sul pittore. Siamo sicuri che emergeranno ulteriori novità e nuove letture dell’opera di questo gigante della storia dell’arte.

Emanuela Borgatta Dunnett