Lo sguardo incrociato di Mel Odom è l’eloquente “introduzione visiva” scelta per la copertina di Teleny; romanzo da poco tradotto interamente da Violetta De Simone con un saggio a cura di Franco Cuomo. Di difficile attribuzione, il testo circolò a lungo nell’ambiente omosessuale vittoriano facendo supporre che fosse stato scritto da un entourage di scrittori capeggiato da Oscar Wilde.
Nell’impossibilità di dichiararsi ufficialmente autore, l’opera circolò anonima poiché densa di descrizioni pornografiche a fare da sfondo alla narrazione del protagonista René, ancora in preda ai fantasmi della passata storia d’amore e tortura con l’etereo e fuggevole Teleny.
Molti passaggi avvalorano la tesi dell’attribuzione a Wilde, poiché formati da frasi complesse anche là dove la trama assume i connotati più erotici, si pensi alle superbe visioni disseminate tra le pagine: “A poco a poco un fuoco divorante si accendeva nel mio petto. Sentivo i morsi di un amore indomabile e criminale […]” oppure “Scosso da questa musica inebriante, vero stimolo dei sensi, cominciavo finalmente a capire quello che fino ad allora mi era parso strano: la passione del potente monarca per il bellissimo schiavo greco, Antinoo, che morì per amore del suo padrone […]”
L’idea di riordinare pagine, colmando lacune, e di dare un’elegante veste grafica al libro è l’ultima tappa di vicissitudini editoriali iniziate subito dopo la morte di Wilde e conclusesi definitivamente solo alla fine degli anni ’70. “Teleny” risulta ancora più prezioso se si considera che potrebbe essere l’unica opera letteraria completa – oltre ai testi teatrali e al Ritratto di Dorian Gray – di Wilde e la delizia che si prova nel leggerlo è tale da togliere quasi ogni dubbio.
La struttura dell’opera – a forma di intervista – è un riuscito escamotage per approfondire i sentimenti e la dedizione verso la creatura amata da parte dell’io narrante, e regala due tra i personaggi meglio delineati del periodo vittoriano.
Sorvolando sul “bricolage narrativo” di alcuni capitoli, è la profondità del dolore e del trasporto che si avverte nella parole di René a lasciare il segno e a far abbandonare la lettura di Teleny con la stessa angoscia provata per Dorian Gray.
Oscar Wilde e altri “Teleny” Biblioteca dell’eros – 2004
Emanuela Borgatta Dunnett