
Intervista ad Ernesto Anderle
Vincent Van Gogh non smette di ammaliare i contemporanei, trovando sempre nuove voci narranti pronte a ripercorrerne le gesta.
E’ il caso dello splendido volume illustrato, ad opera di Ernesto Anderle: ‘Vincent van Love’. (edito da BeccoGiallo).
Anderle è – altresì – autore dell’omonima pagina social e ci guida alla scoperta delle sue tavole in questa intervista.
Inizierei col chiederle come sceglie i protagonisti dei suoi volumi illustrati.
Ho sempre avuto un debole per quei personaggi che stanno dalla parte degli emarginati, degli sconfitti, di chi non ce l’ha fatta. Van Gogh e De André hanno raccontato attraverso la loro arte e il loro linguaggio la vita dei più umili ed io ho cercato attraverso i miei libri di trasformere in immagini le sensazioni che ho provato ascostaldo le loro canzoni o osservando i loro quadri.
C’è un personaggio che ha fatto da traino per la ricerca dei successivi?
Sì, forse il mio: Roby il pettirosso. Attraverso lui la mia arte si fa più sensibile.
Vincent Van Gogh pare avere un’influenza evidente sulla sua arte. Da cosa nasce questo legame?
Da un film che ho visto quando andavo alle medie,” Brama di vivere ” e da un libro:” lettere a Theo”
Come sviluppa le sue opere? Può dirci quali sono le fasi: dalla realizzazione dalle tavole alle storie?
Quando devo tradurre una sensazione in immagine il procedimento varia ogni volta. Dipende dallo stato d’animo in cui mi trovo, se è spontaneo o su commissione. Solitamente parto da un soggetto e sviluppo il disegno seguendo il mio istinto visionario.
Possiamo già chiederle se sta lavorando a nuovi progetti?
Sto lavorando ad un progetto da titolo “Hedera” insieme a tre scrittori. Un romanzo illustrato ambientato nella campagna inglese nella prima metà dell’800. È un esperimento molto interessante e sono certo che lo sarà anche il risultato.
Emanuela Borgatta Dunnett