IL D’ANNUNZIO DI MAURIZIO SERRA

In occasione dell’intervista radiofonica per Radio France del gennaio 2019, Maurizio Serra ha avuto modo di riaffermare la propria opinione a proposito di Gabriele d’Annunzio.

Serra, diplomatico e scrittore italiano, membro dell’Académie Française è stato, durante la sua lunga carriera, anche ambasciatore in svariati Paesi. Recentemente, ha curato una trilogia di biografie dedicate a Curzio Malaparte, Italo Svevo e d’Annunzio.

L’Imaginifico – Vita di Gabriele d’Annunzio (2019) è un volume che cerca l’uomo al di là del personaggio, non un avventuriero ma un principe dell’avventura dalle “mille anime”.

L’intervento radiofonico è introdotto dalla descrizione che ne diede la scrittrice Madame Simone, la quale lo ricordava come un uomo bello, dal verbo prodigioso ed eccentricamente generoso.

Ritratto con il quale Serra concorda, sottolineando le complessità della sua natura, riscontrabili nella vitalità debordante di poeta d’azione che lo contraddistinse per tutta la vita.

Rivedendone i momenti biografici salienti, sottolinea l’impronta di Parigi nella vita del Vate, definendolo “dandy” ma non “decadente”. Grazie alla fitta collaborazione con il traduttore Hérelle, d’Annunzio mira ad essere considerato un autore francese durante il periodo trascorso ad Arcachon. Lo dimostra – altresì – il sodalizio con Debussy per la composizione di Le Martyre de Saint Sébastien.

Amico di Anatole France e Robert de Montesqiuou, d’Annunzio torna in Italia quando il fermento artistico francese, sottolinea Serra, è ormai in declino.

Tramite letture di prose e poesie, il programma ne illustra le gesta eroiche, evidenziando la vicinanza d’intenti con Giuseppe Garibaldi, nonché la passione per la velocità e l’esigenza di porsi sempre in prima linea; benché sia errato – ribadisce Serra – ritenere d’Annunzio filo fascista.

L’intervista si conclude citando Il Vittoriale, ultima opera del Vate dove il “gusto della sua personalità mette in scena l’opera di una vita.”

Emanuela Borgatta Dunnett