D’Annunzio. Mille nomi per mille donne

L’ultimo libro di Costanza Gatta

La scrittura di Costanzo Gatta, garbata e competente, gli sopravvive in un concerto di parole di cui continuare a far tesoro, anche attraverso l’ultima opera, pubblicata il giorno precedente la sua scomparsa. Dedicato, come spesso gli capitò, alla figura di Gabriele d’Annunzio e alle sue tante sfaccettature, questo volume è una novità curiosa e accattivante all’interno degli studi dannunziani.

Di stampo divulgativo, D’Annunzio. Mille nomi per mille donne (Fondazione Civiltà Bresciana Ets, 2024) vuol dar voce a tutte, ma proprio tutte, le donne che hanno fatto parte della vita del Poeta e lo fa in grande stile, con un volume edito in 50 esemplari numerati e firmati, di grande dimensione e a colori, per assaporare ancor meglio il ricco apparato iconografico, da sempre “segno distintivo” dello scrittore, giornalista e autore teatrale.

Il prefatore di un lavoro così ambizioso, non poteva che essere uno dei dannunzisti contemporanei più eminenti, il francavillese Franco Di Tizio, il quale ci svela un Gatta attento nel voler riportare alla luce le protagoniste di una vita “inimitabile”, partendo dai nomignoli a loro attribuiti da d’Annunzio, geniale escamotage per rivelare molto dei meccanismi che muovevano le scelte amorose dello scrittore pescarese. Di Tizio sottolinea la stretta connessione tra questo scritto e l’altrettanto recente D’Annunzio erotico (Bibliotekha, 2023), con cui dialoga perfettamente poiché, in quell’occasione, l’autore si è prodigato in un’attenta analisi dei carteggi dannunziani, spesso scabrosi, destinati alla folta schiera di “signore”, “signorine” e “badesse di passaggio”.

Non sorprendano i punti di vista scelti da Gatta, la cui esaustiva bibliografia dedicata a d’Annunzio ha, costantemente, volto il fianco allo svelamento di molteplici dettagli alla vasta platea di lettori: dalle doti pittoriche a quelle di umorista, dalle competenze zoofile fino ai motivi che lo spinsero verso la creazione del Vittoriale. Un esame attento della vita e delle opere del Vate, unito ad un entusiasmo contagioso interamente dedito alla continua ricerca, ha caratterizzato l’intera esistenza di Gatta.

La peculiarità dell’ultimo lavoro, poggiando sulla consueta accuratezza nelle ricerche, è quella di voler creare un’opera di riferimento definitiva. Obiettivo raggiunto da Mille nomi per mille donne che possiamo considerare come una biografia del Poeta a tutti gli effetti, così come il testamento letterario di Gatta.

Non solo moglie e amanti, ma tutte le figure femminili vengono prese in considerazione e collegate ai momenti chiave storico-biografici, in una ricca carrellata che parte dall’infanzia pescarese, passa per l’adolescenza trascorsa al Collegio Cicognini di Prato, illustra gli anni della giovinezza romana e fiorentina, terminando con il periodo dell’apparente tramonto vissuto a Gardone.

Nomi noti e meno conosciuti nella biografia dannunziana vengono riproposti in virtù del “nuovo battesimo” scelto da Gabriele per le figure femminili a lui vicine. Una carrellata che parte dalle donne di casa d’Annunzio e dall’unica moglie Maria Hardouin di Gallese, passando per Barbara Leoni ed Eleonora Duse fino ad arrivare ai movimentati anni della senilità.

Una graditissima conferma per chi ha familiarità con l’opera dello studioso e una lieta scoperta per chi approccia i suoi scritti o la vita di d’Annunzio per la prima volta. Caratteristica fondamentale in Gatta è, infatti, quella di voler incuriosire qualsiasi tipo di lettore, con animo inclusivo. Termine abusato in questo periodo storico, ma perfettamente messo in pratica da Costanzo, al quale mi permetto di far riferimento chiamandolo per nome, in ultima battuta, per auspicare che il suo straordinario talento curioso e la sua inesauribile energia creativa fungano da esempio per studiosi presenti e futuri, all’insegna dello spirito di collaborazione che tanto amava.

Emanuela Borgatta Dunnett