D’Annunzio e il vivere inimitabile. Cronache di un pescarese a Milano.

Di Raffaella Canovi per Ianieri Edizioni

Raffaella Canovi

  • La tua biografia letteraria:

Ho pubblicato sulla rivista “La Grande Guerra” e “Nuova storia contemporanea”, quadrimestrale diretto da Francesco Perfetti. Come relatrice e studiosa dannunziana ho partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali.

Sono membro del Centro Studi dannunziani di Pescara.

Ho pubblicato “L’umanesimo totale” nel 2014, “D’Annunzio e il fascismo. Eutanasia di un’icona” nel 2019, “L’iniziato. D’Annunzio e la massoneria” nel 2022, “D’Annunzio e il vivere inimitabile. Cronache di un pescarese a Milano” nel 2023.

  • Lo stile adottato per la stesura dei tuoi volumi:

Potrei definirlo rigoroso ma accessibile. Il mio scopo è divulgare, raggiungere più persone possibile in modo che si possa conoscere e studiare d’Annunzio senza pregiudizi. Dedico particolare attenzione alle note.

  • Le novità che hai portato alla luce:

Questa ricerca non è stata volta alla scoperta di circostanze o atti inediti, quanto all’approfondimento di aspetti già parzialmente conosciuti ma che si è inteso trattare organicamente in un’opera unitaria. Per quanto riguarda invece i due precedenti volumi, nel primo – dedicato ai rapporti con il regime fascista – sono riuscita a rintracciare alcune ricevute rilasciate dal governo a Gabriele d’Annunzio e al suo assistente Romano Manzutto che mi hanno permesso di fissare con precisione la somma di denaro ricevuta dal poeta per la vendita dei suoi manoscritti, nel secondo ho potuto tracciare in maniera – mi permetto di dire – esaustiva e completa i rapporti fra il poeta e la massoneria. Entrambi i volumi sono sostenuti dalle prefazioni di due esperti: Guglielmo Salotti, noto studioso del fascismo, e Aldo Mola, massimo esperto della massoneria.

  • I tuoi prossimi progetti:

Ho appena ultimato uno studio dedicato alle vicende legate alla genesi e alla messinscena della tragedia pastorale la Figlia di Iorio, rappresentata per la prima volta il 2 marzo 1904 a Milano, quindi esattamente 150 anni fa. Si tratta di un lavoro costola, se così si può definire, dell’ultimo: infatti mentre per D’Annunzio e il vivere inimitabile studiavo i legami “teatrali” con la città di Milano, ho trovato interessante la combinazione 1904 – debutto con enorme successo della Figlia / 1924 – anno della morte di Eleonora Duse. La Figlia di Iorio è stata tra l’altro una delle cause della strappo del rapporto artistico-sentimentale fra due delle maggiori personalità del loro tempo (e non solo…), non potevo non approfondire.

  • Pensi si possa ancora parlare di contemporaneità quando ci si riferisce a d’Annunzio?

Stupirò forse chi sta leggendo ma credo che d’Annunzio sia eterno ma inattuale: un grande inattuale. Questo per due semplici motivi:

– il primo perché se esiste un personaggio che è legato a un certo tipo di rivendicazioni, di revanscismo, con una mentalità post-risorgimentale e nazionalista è d’Annunzio, non è una critica o una lode, solo un dato di fatto;

– il secondo perché il mondo come lo conosceva il poeta non esiste più. È come se oggi, se nel 2024, vivessimo su di un altro pianeta, frase banalissima ma è effettivamente così. Senza andare troppo indietro nel tempo, è già un altro mondo quello della guerra fredda.

Noi viviamo nell’era della globalizzazione, che ci piaccia o non ci piaccia, che sia una cosa buona o che non sia una cosa buona. Il mondo come lo conosceva d’Annunzio non esiste più, si pensi al ruolo degli Stati Uniti d’America, ma ancora di più a quello delle nuove grandi potenze, Cina e India, e ancora al Medio Oriente. Le realtà che adesso sono centrali nella geopolitica, negli assetti mondiali, all’epoca del poeta non esistevano nemmeno, né egli poteva probabilmente immaginarli.

Noi pensiamo a coloro che hanno dato vita a dei capolavori come personaggi sempre moderni, proprio perché sono dei giganti, come Dante, Omero, Rembrandt, ciò perché il valore artistico assoluto non ha epoca.

Possiamo tuttavia affermare, ad esempio, che Dante, il padre della lingua italiana, sia realmente un personaggio attuale? Cosa è rimasto della sua Firenze? Dei guelfi e dei ghibellini? Oppure, cosa c’è di attuale in Omero? E così per Gabriele d’Annunzio. La sua eterna contemporaneità esiste solo dal punto di vista prettamente artistico: è l’eterna contemporaneità che possiedono tutti i grandi artisti e che risiede nel valore della loro opera.

Emanuela Borgatta Dunnett