Il profumo delle rose narrate

Alma-Tadema, d’Annunzio, Poe e Le Rose di Eliogabalo

Alma-Tadema, Le Rose di Eliogabalo, dettaglio, 1888

Un’interessante connessione tra Gabriele d’Annunzio ed il pittore Lawrence Alma-Tadema è stata, recentemente, discussa in una mia intervista alla storica dell’arte Christina Bradstreet, nella quale si fa riferimento al dipinto Le Rose di Eliogabalo di Alma-Tadema, esposto per la prima volta alla Royal Academy, nel 1888.

Soggetto del dipinto è un passaggio della Vita Heliogabali, attribuito ad Elio Lampridio, il quale ripercorre le vicissitudini del giovane imperatore d’origine siriana, solito far cadere dal soffitto, durante i propri banchetti, fiori sui commensali in maniera talmente copiosa da soffocarne alcuni; emblema assoluto dell’imperatore romano decadente.

Come sottolineato da Bradstreet, sia La Città Morta sia La Pisanella, rappresentano l’ultima importante elaborazione del topos della rosa come simbolo duplice d’amore e morte.

Lo stesso dicasi per le illustrazioni ad hoc realizzate da Adolfo De Carolis per il prezioso volume della Francesca da Rimini, evidentemente ispirate al dipinto Daydream di Rossetti (1880, Londra, Victoria & Albert Museum), a sua volta legato al poema The day-dream di Tennyson; molto amato da d’Annunzio, il quale ne disquisisce con l’anglista ed amico Enrico Nencioni, a più riprese.

Per saperne di più:

Ulteriore curiosità, per lettori/spettatori attenti, è riscontrabile nella recente serie Netflix La Caduta della Casa degli Usher. A voi scoprirla!