Il Museo Faà di Bruno di Torino

Lo studio di Francesco Faà di Bruno

Nato ad Alessandria nel 1925, il beato Francesco Faà di Bruno ha un museo a lui dedicato in via San Donato, 31 a Torino.

Figlio dei marchesi di Bruno, originari dell’astigiano, a 24 anni diventa Capitano di Stato Maggiore e nominato da Vittorio Emanuele II: “precettore di matematiche dei R.R. Principi”, scopo ai fini del quale viene mandato a perfezionare i propri studi alla Sorbona di Parigi, conseguendo la Licenza in Scienze Matematiche nel 1851, sotto la guida del grande scienziato Augustin Cauchy. Successivamente, tornerà a Parigi per completare gli studi conseguendo la Laurea in Scienze Matematiche ed Astronomiche con due tesi.

Il ritorno definitivo in Italia, lo vede tenere corsi all’Università di Torino, per tutto il resto della vita. Da laico, fonda, nel 1859, l’Opera di Santa Zita per le donne di servizio, privilegiando la donna, giovane, anziana e in difficoltà. Al contempo, si dedica alla creazione di una tipografia ed a studi di varia natura scientifica, che lo porta ad ideare apparecchi di astronomia, fisica (all’interno del museo, spicca uno dei due esemplare integri al mondo, del telescopio di Foucault), elettronica (Francesco Faà di Bruno inventa una formula matematica, ancora oggi utilizzata per la creazione di software) ed uno scrittoio per ciechi (per venire incontro alle esigenze di scrittura della sorella ipovedente), nonché uno svegliarino elettrico.

Suo, altresì, il progetto della Biblioteca Mutua Circolare per la diffusione di testi classici e scientifici per modiche cifre, estesa a tutto il territorio italiano (si veda in questo senso, il volume: I cardini della felicità. Francesco Faà di Bruno nella Torino del XIX secolo. Atti del convegno, 2003).

Nel 1876, all’età di 51 anni, viene ordinato sacerdote a Roma e, qualche anno più tardi, fonda la Congregazione della Suore Minime di Nostra Signora del Suffragio, interamente dedita ad opere socio-educativo-assistenziali, sempre a favore della donna.

Si spegne a 63 anni, il 27 marzo 1888 e le sue spoglie riposano nella Chiesa in via San Donato (parte integrante della visita al museo). Viene beatificato da San Giovanni Paolo II, il 25 settembre 1988.

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La visita al Museo consente di approfondirne l’importanza storica, attraverso i ricchissimi cimeli custoditi, che ne evidenziano l’assoluta straordinarietà caratteriale, scientifica e sociale. Durante la visita, è possibile salire sul campanile, strutturato su 14 piani, per ammirare un bellissimo panorama della città. Inoltre, ci si sofferma ad ammirare la superba Chiesa di Nostra Signora del Suffragio (iniziata nel 1863), per la quale Faà di Bruno interpella il raffinatissimo architetto vercellese Edoardo Arborio Mella (Vercelli, 1808 – 1884). Per gli altari si affida ad Albino Gussoni, mentre delega al genovese Anfossi la pavimentazione. L’interno è, interamente, ideato dal beato per avvolgere e portare alla meditazione i fedeli, tramite le decorazioni del pittore Carlo Costa, due straordinari affreschi ad opera di Francesco Gonin e la statua posta dietro all’altare maggiore, ad opera di Antonio Tortone che la realizza partendo da un unico blocco di marmo di Carrara.

Emanuela Borgatta Dunnett

Info Museo: https://www.museofaadibruno.it/