Due domande a Fabiano Rastelli

@Fabiano Rastelli

Artista e libero pensatore. Il mio percorso artistico nasce infatti come effetto di una ricerca interiore, legata al senso dell’esistenza e alla ricerca del mio posto in essa. Filosofia, psicologia, mitologia, letteratura, filosofia orientale ed esoterismo; queste sono le fondamenta del mio percorso. Comincio a sviluppare la vena artistica come ritrattista creandomi un background nella città di Torino dal 2015; negli ultimi anni sta fiorendo invece un lato più artistico e personale in modo particolare nel nudo, che riflette il mio percorso di ricerca interiore e culturale.

Come è iniziata la tua attività pittorica?

Il mio incontro con l’arte nasce a seguito di una forte ansia sociale che ha compromesso notevolmente la mia vita. Da sempre mosso dalla necessità di leggere e capire il perché del mio essere, affrontando letture disordinate e disparatissime, un bel giorno, circa una decina di anni fa (2015), per via del fatto che non riuscivo ad attarmi ad una mansione tradizionale, mi sono chiesto: “ma per cosa sono portato?”. Non del tutto estraneo alle arti in quanto da sempre incline al disegno, e reduce da qualche anno di alcuni passi nel mondo del teatro, mi sono inoltrato nel mondo dei colori. Così cominciai a realizzare i primi ritratti fino a quando è diventato un fenomeno costante che mi ha permesso di ottenere un riconoscimento sociale. Dopo aver preso dimestichezza, ho iniziato a usare l’arte per proiettare il frutto della mia ricerca interiore, ispirato dalla lettura sia di me stesso, che dei libri che mi accompagnano. Focalizzandomi principalmente sulla figura umana e sul nudo.

Ci racconti com’è nata la tua passione per Gabriele d’Annunzio?

La mia passione per d’Annunzio nasce quasi per caso. Infatti non ero mai predisposto alla sua lettura quando giravo in libreria alla ricerca di qualche classico. Aprivo le prime pagine e pensavo: che noia! Ma non ero ancora maturo per avvicinarmi a lui. Poi, leggendo qua e là qualche poesia e qualcosa su di lui mi sono incuriosito e dopodiché la mia compagna mi ha regalato Il piacere. Prendendo il gesto del regalo come un segno, mi sono messo di buona volontà ad affrontare questa lettura e sono rimasto semplicemente affascinato dalla ricerca della bellezza che animava il poeta. Le immagini, le parole, il gusto del suo stile. Da qui letture dannunziane una dietro l’altra. Poi ho scoperto che siamo nati lo stesso giorno, e ancora di più mi sono animato nello studio della sua persona e delle sue opere.

D’Annunzio mi ha aiutato molto soprattutto per quel che riguarda la mia ansia sociale perché in lui ho trovato quella parte di me rimasta a lungo immobilizzata. Mi ha insegnato a osservare la bellezza, l’attenzione per il dettaglio.

@Fabiano Rastelli al cospetto di un ritratto di Gabriele d’Annunzio

Emanuela Borgatta Dunnett