Una storia d’amore in divenire…

@Pic: E.Borgatta
Da qualche tempo mi deletto fra le sale della Biblioteca Arturo Graf di Torino, con il suo patrimonio bibliografico di circa 200.000 libri e 520 testate di periodici. Ogni scusa ed ogni ricerca sono buone per raggiungerla tramite le scalinate del Palazzo del Rettorato, in via Po.
Scalinate che “gusto” di volta in volta, poiché il Palazzo dell’Università è uno splendido esempio di architettura settecentesca, progettato per volere di Vittorio Amedeo II di Savoia. Il piano, eseguito da Michelangelo Garone fu consegnato nel 1713 e completato nel 1720 per mano di Giovanni Antonio Ricca, al quale si deve il caratteristico cortile a portici. Al disegno contribuì, altresì, Filippo Juvarra che tanta parte avrebbe avuto nella definizione del Capoluogo sabaudo come oggi lo ammiriamo.
Il portico ospita i busti di molti professori illustri che hanno fatto la storia dell’Università torinese ed italiana, nonché la targa che ricorda la laurea in teologia conseguita a Torino da Erasmo da Rotterdam nel 1506.
Se da tempo le lezioni universitarie vere e proprie vengono dislocate fra le vie limitrofe, partendo dall’amato-odiato Palazzo Nuovo (uno dei primi edifici totalmente in acciaio, costruiti negli anni Sessanta); in via Po 17 troviamo: Rettorato, uffici ed – appunto – la Biblioteca Graf.
***
Arturo Graf (nel portico ricordato da un busto ad opera di Leonardo Bistolfi) nasce ad Atene nel 1848, da padre tedesco e madre italiana. Alla morte del padre, dopo un soggiorno in Romania presso il fratello della madre, si trasferisce in Italia ed intraprende gli studi liceali a Napoli, iscrivendosi – successivamente – a Giurisprudenza e laureandosi nel 1870. In seguito, trascorre un breve periodo a Roma dove ha modo di approfondire quegli studi sul Medioevo ed i suoi simboli che tanta parte avrebbero avuto nella sua vita e nella sua bibliografia (e.g. Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo – 1892-1893, II tomi).
È del 1875 l’ottenimento della cattedra di Letteratura Italiana e Romanza all’Università di Roma, seguita da quella di Letteratura Neolatina all’Università di Torino, posizione che manterrà fino al 1907 e città dove morirà nel 1913. Periodo durante il quale non mancano pubblicazioni di saggi, aforismi e parabole. Nel 1901, vede la luce anche il suo romanzo più noto ed edito dai Fratelli Treves: Il Riscatto, uno dei primi elaborati novecenteschi a tematica spiritualistica, che conferma le atmosfere cupe e simboliche della penna di Graf.
Lo spirito visionario del letterato è, ora, in mostra presso le sale storiche della Biblioteca, attraverso un percorso intitolato: Visioni del Passato e curato da Paolo Bertetti (coordinatore scientifico del Mufant: https://www.mufant.it/) che pone l’attenzione del visitatore su rari volumi editi tra Sette e Ottocento, quali Il Mondo della Luna di Saverio Bettinelli, la prima edizione di L’An 2440 di Luis-Sébastien Mercier (1772), fino a un raro volumetto illustrato di Albert Robida: Voyage de fiançailles au XXe Siècle (1892). Non mancano le opere di autori come Jules Verne e Herbert G. Wells, nonché le Opere Complete di Giacomo Leopardi.
Emanuela Borgatta Dunnett
#arturograf #torino #universitàtorino #mufant
