Intervista a Gessica Racca e Giulia Siccardi

Memorie di Pietra – Piccola guida ai cimiteri di Savigliano, Levaldigi e San Salvatore è un ottimo strumento per chi voglia conoscere la storia saviglianese (e non solo!) da un’altra prospettiva. Le autrici Gessica Racca e Giulia Siccardi accompagnano il lettore alla scoperta delle tracce storiche, artistiche e letterarie dei cimiteri presi in esame.
Reduci dal successo di una recente visita guidata condotta all’interno del cimitero di Savigliano, nella nostra intervista illustrano la genesi di un’opera che le ha tenute occupate qualche anno e che, oggi, può essere seguita ed apprezzata anche in totale autonomia.
Immagino che la genesi di un progetto del genere sia stata lunga e impervia. Come vi siete ritrovate coinvolte nella stesura di Memorie di Pietra?
Il percorso è stato piuttosto lungo. La guida nasce da una ricerca iniziata nel biennio 2019-2020 per il Premio di studio Ciro Martorelli, indetto dal Museo civico di Savigliano. Il Premio mirava a conoscere “L’Altra Savigliano”, ossia l’eredità lasciataci dai cimiteri di Savigliano e delle frazioni dal punto di vista storico, artistico e culturale. Il progetto ci ha impegnate per diversi mesi: non abbiamo trovato praticamente nessuna informazione su questi cimiteri in libri già pubblicati, per cui il nostro lavoro è stato per lo più quello di spulciare documenti, carte d’archivio, giornali d’epoca, oltre che quello di frequentare i cimiteri stessi.
Il prodotto della ricerca è stato un elaborato piuttosto sostanzioso, oltre che diverso materiale fotografico e di catalogazione digitale. Al termine del biennio, vista l’attenta partecipazione del pubblico alla presentazione di questo lavoro e anche la volontà del Museo civico e dell’amministrazione comunale, è nata l’idea di renderlo fruibile da tutti gli appassionati e i curiosi. Ci sarebbe dispiaciuto, insomma, che tutte queste informazioni rimanessero “chiuse in soffitta”. Per questo abbiamo pensato di trasformare l’elaborato in una guida, uno strumento pratico per visitare i cimiteri della zona con occhi nuovi, e anche, speriamo, di piacevole lettura.
Il vostro lavoro di ricerca ha, certamente, riservato numerose sorprese. Ci sono “memorie” che vi hanno particolarmente colpite?
Dietro ogni tomba c’è una storia, una “memoria” legata alle famiglie e ai singoli individui che vi sono seppelliti. Molti di loro sono personaggi illustri per la storia di Savigliano e delle frazioni, come le famiglie Villa, Cordoni, Galateri, Arimondi. È stato bello scoprire però anche le vicende più personali, intime: un esempio fra tutti la storia d’amore tra la signora Clotilde Faramia Luciano e il Maggiore Claudio Luciano, raccontata dall’epigrafe di una delle prime tombe che incontriamo nel cimitero di Savigliano, alla sinistra dell’ingresso principale.
Di certo è stato molto interessante anche il lavoro di riscoperta dei documenti d’archivio. In particolare diverse lettere e verbali ci hanno fatto conoscere le discussioni e i problemi quotidiani di persone che sono vissute decenni fa come se li ascoltassimo dalla loro viva voce. Uno degli aneddoti più divertenti è stato scoprire le lamentele degli abitanti di Levaldigi per il comportamento “deplorevole” del custode del cimitero, che ogni anno, durante la stagione del fieno, “con tutta libertà” tagliava l’erba cresciuta sulle tombe e la faceva essiccare per mantenere il suo asinello durante l’inverno.
I poli cimiteriali di Savigliano, Levaldigi e San Salvatore – da voi analizzati – presentano delle differenze sostanziali?
La differenza più grande sta nella maggiore estensione del cimitero del capoluogo rispetto a quelli delle frazioni, che porta con sé anche una differenza di “ricchezza” in termini sia di numerosità di tombe sia, talvolta, di livello artistico e decorativo. A Savigliano, ad esempio, sono presenti alcune tombe di dimensioni notevoli, con un aspetto monumentale, che non troviamo nelle frazioni, così come le firme di artisti affermati a livello locale e anche nazionale come lo scultore e pittore Annibale Galateri, lo scultore Giovanni Battista Tedeschi, l’architetto Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana.
D’altra parte è vero che in tutti i cimiteri lo stile, il gusto e, possiamo dire, “le mode” nell’uso dei materiali e nelle decorazioni si possono riscontrare simili per i diversi decenni.
Molto interessante la chiusa dedicata alla simbologia e agli elementi decorativi. Come vi siete documentate in questo senso e che ruolo ha avuto il ricchissimo Archivio Storico della Città di Savigliano nel progetto in toto?
Ci sembrava interessante dare ai lettori degli strumenti interpretativi per decodificare il linguaggio dell’arte funeraria anche in altri contesti rispetto a quello saviglianese. Per questo motivo abbiamo aggiunto questa piccola appendice in cui abbiamo condensato i significati dei principali simboli dell’arte funeraria, traendo informazioni da varie fonti bibliografiche. Nella sezione dedicata agli elementi decorativi abbiamo poi voluto dare una giusta luce all’importanza della decorazione, in cui si vede tutta la bravura dell’artigiano-artista.
Il ruolo dell’Archivio Storico della Città di Savigliano è stato fondamentale. Come dicevamo, prima della nostra ricerca non esistevano quasi informazioni edite sui cimiteri del saviglianese, per cui la nostra attenzione si è volta direttamente ai documenti storici: le concessioni dei lotti di terreno alle singole famiglie per l’edificazione delle tombe, i progetti di costruzione, i capitolati d’appalto, i verbali della Giunta comunale, spesso scritti a mano, e, quando eravamo più fortunate, fonti un po’ più discorsive come articoli di giornale e regolamenti funerari. In un certo senso abbiamo dovuto costruire l’ossatura della ricerca da zero, mattoncino per mattoncino, a volte prendendo delle cantonate, altre volte trovando dei filoni estremamente interessanti. La fortuna è stata avere a disposizione un archivio ricchissimo di documenti, ben conservati e ordinati come quello della Città di Savigliano.
Avete in cantiere progetti futuri analoghi e altri eventi?
Per il momento no, anche se all’evento di presentazione della guida, che si è svolto presso il cimitero di Savigliano, la partecipazione è stata davvero notevole: questo ci ha fatto toccare con mano quanto l’argomento possa essere interessante e curioso per i saviglianesi e non solo, e potrebbe forse portare ad altri eventi simili in futuro.
Emanuela Borgatta Dunnett
Memorie di Pietra è in vendita presso la biglietteria del Museo Civico Olmo – Gipsoteca Calandra, al prezzo di Euro 15.
Info: 0172 712982